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foto: "ARAKS: Secondo lancio"
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Un
nuovo periodo d'attesa segue il primo lancio. Il 3 febbraio 1975, un razzo ARCAS
è lanciato e permette di vedere che tutte le condizioni non sono soddisfate per
un lancio ARAKS. Lo stesso giorno, la Marion Dufresne, che era arrivata nella
serata del 1° febbraio, salpa. Solo il 15 febbraio tutte le condizioni
diventano favorevoli per effettuare il secondo lancio ARAKS. Il 19 febbraio, la
nave sovietica Borovici, che ha terminato la sua missione, lascia il golfo del
Morbihan. Il 21 febbraio, la Marion Dufresne fa uno breve scalo a
Port-aux-Français. Il 25 febbraio, un'altra nave sovietica, la Kudrevic arriva.
Viene a prendere le differenti squadre scientifiche che hanno partecipato alla
campagna ARAKS. Salpa il 2 marzo. Nel frattempo la squadra Géophy continua i
suoi lavori, tra i quali la modernizzazione del apparecchio di sondaggio
dell'ionosfera. La nostra campagna termina il 17 marzo, imbarchiamo sulla Marion
Dufresne che salpa nella serata in direzione dell'isola della Réunion.
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Il sabato 15 febbraio 1975, le
condizioni per un secondo lancio ARAKS sono finalmente favorevoli. |
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Un primo razzo ARCAS è lanciato.
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Qualche minuto dopo, il secondo
razzo ARCAS ha preso il volo. |
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Alle 7.36 della mattina il razzo
Eridan decolla con un rumore assordante. |
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L'antenna principale di
inseguimento è operativa. |
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L'antenna di scorta è pronta ad
intervenire in caso di problema. |
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Nel laboratorio Géophy, lo
scienziato sovietico sorveglia i suoi apparecchi. |
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Bernard Morlet controlla l'attività
geofisica al livello del suolo. E' aiutato da Alain Lamalle, che ha fatto
la campagna invernale con me nel 1967 a Dumont d'Urville e che lavora
adesso nel ufficio scientifico delle Terre Australi e Antartiche Francesi. |
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Dopo il lancio, Jean-Yves Delahaye,
della squadra scientifica ARAKS del GRI, recupera le differenti
registrazioni grafiche di controllo dell'esperimento. |
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Ecco quello che rimane del primo
stadio del razzo Eridan, dopo la sua ricaduta sulla terra. Il secondo
stadio e il cono eiettabile sono ricaduti nel mare. |
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Tutto il corpo del primo stadio
del razzo si è ripiegato in fisarmonica al momento dell'impatto con il
suolo. |
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Il 2 marzo 1975, tutto il materiale
ARAKS è stato rimbarcato sulla nave sovietica, Kudrevic. Le squadre
scientifiche sovietiche, statunitensi e francesi ci lasciano. |
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Tutti quelli che ripartono e quelli che li accompagnano stanno aspettando
la chiatta sul molo di imbarco. |
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Il cineasta sovietico filma la
partenza. |
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Sulla chiatta che si allontana
dalla riva, i partenti ci salutano un'ultima volta. |
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La Kudrevic si allontana. |
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La nostra partenza si avvicina e,
approfittando del bel tempo, facciamo un'ultima camminata domenicale. |
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Questo trattore abbandonato apparteneva alla SIDAP ed era usato per
trasportare i cadaveri di elefanti marini fino all'impianto di
trasformazione. |
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Ma gli anni sono passati e gli
elefanti marini non hanno più niente da temere dagli uomini che vengono a
fare loro una visita. Sono protetti come tutta la fauna autoctona. Questo
maschio è assai impressionante e non raggiungo certamente il peso in
confronto a lui. Mi tengo perciò prudentemente a distanza sicura. |
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Vediamo per l'ultima volta il
tramonto del sole a Kerguelen. Domani imbarcheremo sulla Marion Dufresne. |
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Il lunedì 17 marzo 1975, diversi materiali sono caricati sulle zattere
per essere imbarcati sulla Marion Dufresne. |
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Nel pomeriggio, guardiamo
allontanarsi il molo dove si danno da fare delle persone che stanno per
trascorrere l'inverno australe a Kerguelen. Quando arriveremo alla
Réunion sei mesi saranno passati da quando ho lasciato la Francia. |
Ritorno
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