Album foto: "Nella vicinanza della base"

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Una domenica pomeriggio, approfittiamo del bel tempo per prendere qualche ora di riposo ed esplorare i dintorni della base di Port-aux-Français

Il monte Ross, altitudine 1850 m, questa cima è rimasta a lungo inviolata. Sarà conquistata, da una squadra di alpinisti francesi, soltanto nel gennaio 1975. Una spedizione sudafricana dovrà abbandonare un secondo tentativo, qualche settimana dopo, a causa del brutto tempo. Benché l'altitudine di questa cima sembra piuttosto modesta, le condizioni sono molto difficili perché la roccia è friabile e il ghiaccio che la ricopre comincia quasi al livello del mare, senza parlare delle condizioni meteorologiche che cambiano molto velocemente con venti violenti accompagnati di precipitazioni.
Rocce coperte di lichene.
Strisce galleggianti d'alghe giganti (Durvillea) che abbondano lungo le coste.
Su queste rocce, un gruppo di cormorani di Kerguelen.
I cormorani si cibano unicamente di pesci. Il loro piumaggio parzialmente permeabile lascia passare l'acqua e permette loro di spendere meno energia per tuffarsi perché si bagnano più velocemente che gli altri uccelli. Il piumaggio degli altri uccelli, generalmente impermeabile ritiene dell'aria imprigionato e tende a farli galleggiare.
Una caratteristica dei cormorani di Kerguelen, a parte il loro ventre bianco, è i loro occhi azzurri.
Incontriamo quattro pinguini reali, sono i secondi in grandezza, dopo i pinguini imperatori. Misurano da 85 a 95 centimetri e pesano tra 8 a 16 chilogrammi. Il pinguino solitario, a sinistra della foto, è un pinguino papua. Questi pinguini misurano da 50 a 70 cm di altezza e pesano tra 5 e 7 kg. Sulla spiaggia, si vedono ammassi di frantumi d'alghe portati dal mare.
Altro gruppo di pinguini reali.
Due pinguini reali, in mezzo all'acaena, vegetazione più comune delle Kerguelen.
Una sterna di Kerguelen.
La sterna prende il volo.
I fiori gialli che si possono vedere nel mezzo al tappeto di acaena, sulla riva del ruscello non sono originari dalle Kerguelen: sono fiori di soffioni, importati accidentalmente che s'incontrano in diversi punti attorno alla base di Port-aux-Français.
Pierre Bouvet, un compagno del Groupe de Recherche Ionosphérique, scatta un primo piano sull'acaena.
Mi affretto ad imitarlo…
L'acaena ritiene il suolo sabbioso e lo impedisce di essere portato via dalle intemperie (vento e pioggia). Così, si formano dei ciuffi in rilievi sopra delle zone senza vegetazione.
Uno skua sub-antartico prende il volo. Questi uccelli si distinguono dai loro omologhi antartici dal loro piumaggio più scuro.
Un giovane elefante marino ci guarda.
Un coniglio fugge davanti ad un gruppo di elefanti marini. I conigli sono stati introdotti molti anni fa per servire da cibo ad eventuali naufraghi. Si sono moltiplicati e hanno invaso quasi tutto l'arcipelago distruggendo una gran parte della vegetazione autoctona.
Sto osservando un gruppo di elefanti marini che sta mutando pelle: Si bagnano nel fango per alleviare il prurito provocato da questo cambiamento di pelle.
Questo giovane elefante marino uscirà, forse, con difficoltà dal suo bagno di fango.
Nel retro, dietro di me, la prima costruzione di colore grigio è una vecchia fabbrica, messa a posto dalla Société industrielle des abattoirs parisiens (SIDAP) [società industriale dei macelli parigini] tra 1955 e 1957. Questa società cacciava gli elefanti marini e li faceva bollire per ricavarne dell'olio. Questo impianto è stato chiuso nel 1960.

 

 

 

 

 

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