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foto: "Chiang Mai"
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Lasciamo
Bangkok in treno il lunedì 25 marzo 1968, a mezzogiorno. Viaggiamo sempre in
terza classe ma questa volta siamo seduti sui sedili di legno. Non c'è una
carrozza ristorante ma si può ordinare a mangiare. Il pasto, un piatto di riso
con pollo o pesce, viene portato al nostro posto, le posate sono forchetta e
cucchiai. Non si usa il coltello a tavola in Thailandia, tutto è già tagliato
in piccoli pezzi. Arriviamo a Chiang Mai il martedì mattina. Abbiamo trovato
alloggio in un albergo per giovani, situato in una scuola. Alla fine del
soggiorno, il giorno della partenza, il 2 aprile mattina, ci accorgiamo che sono
spariti 700 baht tailandesi nello zaino di André e le mie quattro ultime
pellicole vergini di Kodachrome II, 36 pose, nel mio.
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Abbiamo percorso i 700 km tra
Bangkok e Chiang Mai in 18 ore di treno. Arriviamo il 26 marzo alle 6
della mattina. Per visitare la città e i dintorni noleggiamo delle
biciclette. Ripartiamo in treno il due aprile e siamo di nuovo a Bangkok
il mercoledì tre alle 6 della mattina. Il giorno dopo, prendiamo un volo
della compagnia Air Vietnam per Phnom Penh, capitale della Cambogia. |
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Vista dal cortile della scuola dove
alloggiamo (siamo a 300 metri di altitudine), la montagna Doi Suthep che
raggiunge la quota di 1600 metri a soltanto 12 km di distanza, rimane
nascosta dalla foschia durante la giornata. Si percepisce solo la sera
quando il sole l'illumina da dietro.
Questa foschia, dovuta alla polvere nell'atmosfera alla fine della
stagiona asciutta, rimarrà fino all'arrivo del monsone. |
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Una decina di chilometri a sud di
Chiang Mai, un bufalo sta pascolando in una risaia asciutta. |
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Altre risaie sotto acqua. |
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Una porta nel tempio buddista Wat
Phra That sulla montagna Doi Suthep. Siamo saliti con le biciclette di
1300 metri in solo 18 km. Abbiamo però percorso la parte finale a piedi
spingendo la bicicletta.
Questo tempio contiene una reliquia del Buddha e la leggenda dice che
è stato un elefante bianco a scegliere il luogo della sua costruzione:
Trasportando la reliquia era salito sulla montagna e dopo aver barrito tre
volte e girato tre volte su se stesso ,è caduto ed è morto su questo
posto. |
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Fedeli in preghiera nel tempio Wat
Phra That, sul Doi Suthep. |
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In cima alla scalinata di 309
scalini che porta dalla strada al tempio Wat Phra That. |
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Albero fiorito sul lato della
scalinata. |
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Su tutti e due i lati della
scalinata, un Naga (serpente) con sette teste fa da rampa. Il suo corpo è
coperto di "scaglie" di ceramica. Le teste sono nella parte
bassa e la coda in cima alla scalinata. |
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Uno zebù, in una risaia, attaccato con un sistema di bilanciere che
impedisce alla corda di toccare terra.
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A 70 km a sud di Chiang Mai siamo
andati a vedere le cascate di Mae Klang dove abbiamo trovato un po' di
freschezza dopo la lunga pedalata sotto il sole. |
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Vicino alle cascate si può fare il
bagno nell'acqua fresca. Ci sono, tra l' altro, dei militari americani in
licenza. Torniamo a Chiang Mai, verso le 7 della sera, un po' stanchi per
i 140 km percorsi. Si deve dire che, tanto oggi che quando siamo saliti
sul Doi Suthep, abbiamo avuto un certo successo presso la gente che ci
vedeva passare sulle nostre bici. |
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Risaie sotto acqua e al secondo
piano, un contadino guida un antico aratro trainato da un zebù. |
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Arbusti fioriti. |
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Io, vicino al fiume Mae Ping, 15 km
a nord di Chiang Mai. Dietro, diverse norie nel letto del fiume e una
passerella di bambù. |
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Vista della noria vicino alla
passerella. L'insieme è fabbricato interamente con il bambù. La ruota è
mossa dalla corrente. Dei recipienti sono fissati sulla periferia della
ruota. Questi recipienti prelevano dell'acqua quando passano nel fiume e
si svuotano, quando arrivano in cima, dentro una gronda che continua con
un tubo che porta l'acqua in un canale di irrigazione, sulla riva. |
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